La terza via tra Forza Italia e NCD

20.11.2013 00:00
"Vogliamo costruire il primo partito della Terza Repubblica: in un tempo in cui tutti sembrano voler rifare qualcosa di passato, a noi piacerebbe costruire qualcosa di nuovo. Proponiamo una terza via tra la Forza Italia di Silvio Berlusconi e il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, una scelta fondata sulle idee e la partecipazione, non sulla tattica e sui personalismi. Il primo partito della Terza Repubblica difende il bipolarismo, punta a una coalizione di centrodestra ampia e vincente, ma le alleanze non sono scontate. Ci sono almeno 2 condizioni da rispettare: primarie per la leadership e no a governi di inciucio, in cui i voti del sedicente centrodestra servono a tenere in piedi un governo di centrosinistra. Se Berlusconi avesse mantenuto la decisione lungimirante di passare il testimone a un’altra generazione, se il PdL avesse celebrato le famigerate primarie, se Alfano avesse tenuto il punto allora saremmo di fronte a un’altra storia. Invece oggi quello che era il Pdl ci presenta due grandi novità: Berlusconi che scende in campo per Forza Italia – un po’ come se Maradona decidesse di giocare i prossimi mondiali da capitano dell’Argentina – e Alfano che vuole direttamente riesumare il pentapartito, affossando il bipolarismo, unica conquista di questi anni. Fortunatamente, noi offriamo un’alternativa a questo scenario un po’ desolante. Una terza via, in mezzo a due scelte tattiche, una scelta giusta". Lo ha detto il presidente dei deputati di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, nel corso della presentazione di "Rifare l'Italia", il manifesto politico culturale di “Officina per l'Italia” al Sistina di Roma.
“Mi sono stati rivolti tanti appelli in queste settimane - ha detto nel corso del suo intervento dal palco - , vorrei lanciarne uno io. Non dividiamoci. Aiutateci in questo cammino. Venite con noi. Terremo le porte aperte per chiunque abbia gli unici due requisiti per noi irrinunciabili: condividere il nostro Manifesto di idee e mettersi in gioco senza avere nulla a pretendere, misurarsi alla pari con ogni altro singolo militante di questa avventura. Saremo il Partito della Nazione, non degli italiani come individui, ma degli italiani come Popolo, nella sua dimensione solidale e comunitaria. Quello che vogliamo noi è un movimento aperto, meritocratico e partecipato, e già qui, oggi, lanciamo la celebrazione del primo congresso nazionale celebrato con il metodo delle primarie nella storia del centrodestra per il 26 di gennaio prossimo, anniversario proprio del giorno in cui nacque Alleanza nazionale. Saranno primarie a tutti i livelli, consenso e merito l’unica regola. E sarà anche l’occasione per aggiornare il nostro simbolo e marcare ancora meglio la nostra identità. Perché eredità è passare un testimone di generazione in generazione. Vedo qui tanta parte della generazione Atreju. Sono loro gli eredi di Alleanza nazionale. Sono gli ultimi capi di quello che era lo straordinario movimento giovanile di AN. Non hanno responsabilità nella disgregazione della destra italiana, non hanno commesso errori, hanno subito le scelte degli altri. Si sono rimboccati le maniche, hanno lavorato dietro le quinte, per preservare quella identità. Oggi si sentono addosso la responsabilità di prendere quel bagaglio e fondare la terza repubblica – insieme a Guido, Ignazio, Gianni, Luciano e tutti gli altri – non di rianimare la seconda. Quei ragazzi sono tutti qui, e quei pochi che mancano arriveranno. 
Allora dico: date fiducia a questo lavoro, lasciate che Alleanza nazionale riviva proiettandosi in avanti, insieme e al fianco di questa generazione, non sopra. Con i simboli del suo tempo e senza nostalgia, senza torcicolli. Come diceva uno slogan famoso del nostro tempo: non rinnegare, non restaurare. Vogliamo un partito composto da uomini e donne che non siano ne' a libro paga di Berlusconi, ne' della Merkel”, ha aggiunto. “L'Italia - ha aggiunto - non è il 'maiale d'Europa', come qualcuno ci qualifica, ma semmai la gallina dalle uova d'oro. Basta vedere il contributo dell'Italia alle casse dell’Ue. Noi non siamo contro l'Europa, ma non ci staremo a sostenere l'euro, che appartiene ai cittadini e non alle banche, a costo di massacrare gli italiani. Siamo stufi di veder pagare sempre gli stessi soggetti mentre il governo Letta salva sempre i suoi amici influenti. Le banche hanno avuto uno sconto fiscale di 17 miliardi mentre in busta paga sono stati messi 12 euro lordi. Letta le 'palle d'acciaio' le sta usando, è vero, ma contro gli italiani".